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L’apprendimento musicale è ormai da considerarsi elemento fondante della formazione, non solo da un punto di vista culturale ma, stando alle più recenti scoperte nell’ambito delle neuroscienze, anche a beneficio dello sviluppo delle capacità cognitivo relazionali.
La Music Learning Theory (M.L.T., teoria dell’apprendimento musicale) ideata da E. E. Gordon e fondata su quasi 50 anni di ricerche scientifiche descrive le modalità di apprendimento musicale del bambino a partire dall’età neonatale.
La M.L.T. si basa sull’assunto che la musica possa essere appresa secondo meccanismi analoghi a quelli dell’apprendimento della lingua materna, quindi dimostrando che l’ambiente musicale in cui il bambino è immerso sin dai primissimi anni di vita inciderà profondamente sulle sue capacità di capire, apprendere e apprezzare la musica. Concetto centrale della M.L.T. è quello di “audiation”, ossia la capacità di pensare la musica, comprenderne internamente i contenuti sintattici, anticiparne il movimento. L’audiation, secondo Gordon, rappresenta in musica ciò che il pensiero rappresenta nel linguaggio parlato; l’audiation preparatoria che si vuole favorire nel bambino da 0 a 6 anni è quindi premessa indispensabile per avvicinarsi alla musica consapevolmente, sia in previsione di una eventuale e successiva istruzione musicale formale sia semplicemente come ascoltatore sensibile.
Con i corsi non si pretende di “insegnare” la musica ai piccolissimi, ma di creare le condizioni che favoriscono l’acquisizione spontanea di contenuti musicali (pattern, vocalizzazioni specifiche dedicate a ciascun bimbo) a partire da contesti di acculturazione (canti melodici e ritmici) ricchi e vari ma pur sempre adeguati, per durata e costituzione, ai piccoli ascoltatori. Il tutto avviene attraverso la viva voce dell’insegnante, primo strumento che i bimbi impareranno ad apprezzare nelle sfumature timbriche, dinamiche e tonali e attraverso il quale attiveranno i primi processi imitativi. Piuttosto che il movimento descrittivo del ritmo (muoversi “a tempo” accentuando le caratteristiche metriche), durante la lezione si favorisce il movimento esplorativo spontaneo e libero-percettivo.
Il bambino usa il moto fluido in funzione senso-motoria, attraverso l’esempio diretto dell’insegnante o le proposte ludiche finalizzate all’acquisizione del senso sintattico musicale (ad es. esplorazione con corse, camminate libere, rotolamenti a terra, salti ecc. della varietà ritmica, anche irregolare/inusuale; o del fraseggio melodico con andamento non accentuabile esclusivamente nei tempi forti della battuta, ma in un flusso motorio continuo con alternanze di appoggio del peso e distensione differenziabili individualmente ecc.).
Le risposte spontanee dei bambini, vocali o motorie, lasciate libere di esprimersi nell’importante spazio lasciato anche al silenzio, verranno accolte e valorizzate nei primi “dialoghi” fatti di suoni e movimenti. Il linguaggio musicale si arricchirà progressivamente e spontaneamente per il bambino che acquisirà una vera e propria competenza.
I bimbi saranno accompagnati una volta a settimana dall’insegnante nell’esplorazione della musica attraverso il gioco senso-motorio finalizzato all’acquisizione della voce cantata, della spazialità e del senso ritmico, dell’intonazione e della coordinazione motoria con la musica.
I corsi rivolti ai bambini dalla nascita ai 3 anni si differenziano da quelli rivolti ai bimbi da 3 a 5 anni non tanto nelle caratteristiche principali dell’approccio metodologico, quanto nei contenuti musicali espressione di competenze da acquisire gradualmente, così come nelle attività motorie.
Nella guida informale l’insegnante si fa promotore delle proposte musicali e raccoglie in un continuo interscambio le reazioni dei bimbi, finalizzandole all’apprendimento spontaneo della sintassi musicale basilare. Le influenze reciproche tra bambini coetanei ma in differenti fasi di sviluppo o tra bimbi di età leggermente diverse diventano stimolo per ciascun bambino, che si trova nella zona prossimale di sviluppo a quella del compagno, ad avvicinarsi alla fase successiva. Infine l’interscambio fra i bimbi, e quello fra l’insegnante stesso e i piccoli allievi creano quel “senso” musicale comune ad ogni determinata cultura, che rende la musica linguaggio condiviso ed esperienza collettiva nella partecipazione attiva all’evento sonoro, sia come creatori di suoni sia come ascoltatori.
Le caratteristiche specifiche di tale didattica non prevedono l’esecuzione di saggi di fine corso. L’approccio educativo informale alla musica si basa sul processo di apprendimento spontaneo del linguaggio musicale e non sulla preparazione di un prodotto finito in modo da rispettare e valorizzare le specifiche di ciascun bimbo affinché ciascuno trovi nella sua propria percezione psicomotoria il proprio “senso” della musica.
A casa
Si consigliano le famiglie di proporre l’ascolto condiviso con il bambino di musiche di ogni tipo, stile, epoca, area geografica. Meglio ascoltare e cantare, o ballare insieme la propria canzone preferita divertendosi col proprio bimbo. Non far ascoltare ai piccoli solo musiche destinate all’infanzia, che vanno comunque bene a vari fini didattici, ma che sono spesso poco ricche di variazioni musicali, ma ritenere i bambini in grado di comprendere anche meglio degli adulti le diversità, poiché in tenera età non sono ancora completamente influenzati da una sola cultura musicale predominante.
Morgana Pala
Per approfondimenti:
E. E. Gordon, L’apprendimento musicale del bambino dalla nascita all’età prescolare – ed.Curci, Milano 2003 AA.VV. a cura di S. Biferale, Il bambino e la musica – ed.Curci, Milano 2010 A. Apostoli, E. E. Gordon, Ascolta con lui, canta per lui – ed.Curci, Milano 2005 (libro+CD)
Ascolti: MA CHE MUSICA! Voll. 1-2-3 (raccolta di brevi brani di classica e jazz per bambini da 0 a 6 anni) – ed.Curci, Milano
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